Trieste . ffimero dominio longobardo, e rimase fedele alla seconda Roma finché limpe-ratrice Irene la cedette formalmente a Carlo Magno. Negli oscuri secoli del feudalismo le due chiese rimasero probabilmente immu-tate ; non vi si sarà aggiunta che qualche rozza colonna, o qualche finestra a tra-foro, grossolana di fattura, se si deve giudicare da quella che di recente fu scoperta ^2 ITALIA ARTISTICA dietro laltare di S. Xiccolò. Letà dei vescovi arricchì il tesoro di pochi arredi senzavalore artistico. Infatti, il curioso crocifìsso dargento — opera di artefice greco, del sec. XIII oggi conse


Trieste . ffimero dominio longobardo, e rimase fedele alla seconda Roma finché limpe-ratrice Irene la cedette formalmente a Carlo Magno. Negli oscuri secoli del feudalismo le due chiese rimasero probabilmente immu-tate ; non vi si sarà aggiunta che qualche rozza colonna, o qualche finestra a tra-foro, grossolana di fattura, se si deve giudicare da quella che di recente fu scoperta ^2 ITALIA ARTISTICA dietro laltare di S. Xiccolò. Letà dei vescovi arricchì il tesoro di pochi arredi senzavalore artistico. Infatti, il curioso crocifìsso dargento — opera di artefice greco, del sec. XIII oggi conservato nel tesoro della cattedrale, era prima nella chiesetta di Caboro, dove Io adorava la confraternita dei battuti, a cui era stato donato daipescatori, che, si diceva, lo avevano trovato nel mare. Posteriore di un secolo (1383)è laltro crocifisso pure in argento, tutto cesellato, che parimente si conserva neltesoro: la croce, grandissima in confronto del Cristo, è tutta smaltata di rametti, di. S. GIUSTO — CALLOTTA DELLABSIDE DEL SANTISSIMO. (Fot. Alinari). corimbi e di rosette; notevoli nelle rosette più grandi certe figurazioni di mostrialati e di un diavolo colla tosta umana, il torso duomo darme e le zampe caprine.È poi del rinascimento loriginalissima cancellata a ferro battuto, che chiude la cap-pella di queste reliquie. Letà che diede assetto alla costruzione del duomo triestino fu letà comunale :allora avvenne la ricordata fusione delle due chiese, e circa lo stesso tempo furonochiamati artefici della nuova arte pittorica a completare labside di S. Giusto. Neicinque scompartimenti, divisi da ricche colonnette di marmo, che né formavano laparte interiore, già adorni di fregi a musaico, un ignoto pittore del primo trecento e TRIESTE 43 forse di scuola veneziana fresco limagine del patrono e otto storie della sua vita. Nellequattro lunette vediamo Giusto attestare la fede innanzi al pretore Manazio, poi,chiuso in prigione, invocare Dio e sognare il suo


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