Geneologia de gli dei : i qvin deci libri . che in ciò tennero quelli, che di ciò fnfero j Ugratia effere una certa affettione di mente libera, fj^ecialmente magglori uerfo il minore : per laqualefenza nefjima di merito di compiacenza^fono conceduti di benefici, cr dV doni a quei ancho, che non U dimandano. Nondiwe*no ijiimo molte effere le f^etie diquefk. Altre neramente fono diddio immortali; le^uali tolte uie ; fi amo nulla. A Itre poi degli huomini tra loro. E t quefie ponno inchinarfial bene, cr al mxle 3 come chefempre appaia la gratia tendere al bene. Tutte quefie^(cangiati


Geneologia de gli dei : i qvin deci libri . che in ciò tennero quelli, che di ciò fnfero j Ugratia effere una certa affettione di mente libera, fj^ecialmente magglori uerfo il minore : per laqualefenza nefjima di merito di compiacenza^fono conceduti di benefici, cr dV doni a quei ancho, che non U dimandano. Nondiwe*no ijiimo molte effere le f^etie diquefk. Altre neramente fono diddio immortali; le^uali tolte uie ; fi amo nulla. A Itre poi degli huomini tra loro. E t quefie ponno inchinarfial bene, cr al mxle 3 come chefempre appaia la gratia tendere al bene. Tutte quefie^(cangiati nondimeno ifenfi di padri) potremmo dimc^rare per figliuole dell*Hereho,V della notte. Ma per uenire a quefh, lafciate da parte laltre fino al tempo (uo 3 iopenfo queSìa effere quella gratia 3 che per qualche fcelerata operatione, 0 per dishone*flicDfhmi dalcun hu omo, fi a canfata in qualche iniquo, CX reo huomo* Et cofitalgratia uiene ad effere figlinoU deUHerebo, no è AimojiinAto petto, cr deUa nottCy ciòè dmn deal mente f lifutia. P R I M Oi Ip fLQÌiuoIct del!FJèrebo, VESTA faticÀ dd Cicerone uiene dcfcriitd perfgtiuoU delk notteet deli*Herebo}U cui <\udUù ddirijìejjc tale mene formata. La faticif ma certa operatione di grane attiotie danima,o di corposo per prezzo-La ({mie molto bene conj-iderata^meriumente della notte^o ddCHerebo uiene detta figUmla^rj-fi può dire colui^chee dannofo, e meritamente da ejjere , f come nelCHcre&OjCr nella notte e una perpetua inquiete di nocenti;cofi ancho ne glinterni f^grei de cuori di c^uelli, ; he fono guidati da cieco difo circa le cofe faperflue^CT poco un dijìurbo di continuo penfero. H t perche quefìi tali penf eri fono caufati in pettoofcuroidebitamente tale fatica uiene detta fgliuola della notte,et dellhe)


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