Le chroniche di Giovanni Sercambi, Lucchese . i, & a quelli di Luccha feron comandamento che si taglasse5 tucto. Et così si seguio, che il comune di Firenza mandò a Luc-cha alquanti maestri di pietra & di mura, li quali cominciònnoa taglare dalla porta san lohanni infine alla porta della posteriadi san Martino, e li altri maestri in nelli altri luoghi; & in con-clusione i predicti maestri fiorentini e luchesi taglòno et misse- 10 ro per terra le mura, torri & ongni fortezza del dicto simile lo muro facto per lo mperadore, il quale si chiamavaCastello Cezareo; et questo non fu così t


Le chroniche di Giovanni Sercambi, Lucchese . i, & a quelli di Luccha feron comandamento che si taglasse5 tucto. Et così si seguio, che il comune di Firenza mandò a Luc-cha alquanti maestri di pietra & di mura, li quali cominciònnoa taglare dalla porta san lohanni infine alla porta della posteriadi san Martino, e li altri maestri in nelli altri luoghi; & in con-clusione i predicti maestri fiorentini e luchesi taglòno et misse- 10 ro per terra le mura, torri & ongni fortezza del dicto simile lo muro facto per lo mperadore, il quale si chiamavaCastello Cezareo; et questo non fu così tosto come si scrive,ma per molti di durò tal disfacimento di castello. Et perchèil comune di Firenza avea mandato tali maestri, fu diliberato che 15 a tali maestri si donasse uno pallio d oro con alquanti fiorini;si che rimaserno per contenti, et Hcentiati si partirono, & quellorestò a fare per li maestri di Luccha si fecie. e, 91 A 190 PARTE PRIMA DELLE CRONICHE C ex VII. Chome molti ciptadini tornarono a Disfacto il castello, doppo la molta allegrezza de ciptadini, &de balli & canti & de molti ciptadini che tornano a Luc-cha dipo la partita del cardinale, et riposatosi in Lucha alquan-to tempo e ordinate le guardie della ciptà et delle castella, &quietato le cose et vivendo bene, fu per alcuno amico di Lucha 5composto uno dictato overo romanso, il quale conta et ricordaquello che de esser bene e util del comune di Luccha 8c de suoiciptadini, li quali vogliono ben vivere. Et perchè non rimagnaalcuna cosa, che sia alla nostra materia di narare, si dirà quelloche tal romanzo dicie, non contando chi quello fecie. io CCXVin. ChOx\Ìe fu prezentato uno romanzo a tuctiI CIPTADINI DI Luccha. ?^


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