Geneologia de gli dei : i qvin deci libri . entrdte per riceuere i ddwidtijcr d ritenerli jìrettiffmo,et profóndo loco. Si dice e injxriore d tutte le pdrti delld poijd A che (ì e dllegrezzd uien detto:percioche manc^ài dllegrezzdjO abondd di fempiternd trtjìezzd» WMORE PRIMO FP gliuolo dellHcròo ? I FIG L1 V O LI dellVierebo^primo ci e occcrfo lAmore :ilquale afferma Tullio,doue trattd delle ndture dU dei;effere\hto pròdotto dd luiyO dalla notte ìlche,oferenifiimo di Ke-jti parrebbe fcrfé inconueneuokyGrmonfìruofo^fe il nero con la r


Geneologia de gli dei : i qvin deci libri . entrdte per riceuere i ddwidtijcr d ritenerli jìrettiffmo,et profóndo loco. Si dice e injxriore d tutte le pdrti delld poijd A che (ì e dllegrezzd uien detto:percioche manc^ài dllegrezzdjO abondd di fempiternd trtjìezzd» WMORE PRIMO FP gliuolo dellHcròo ? I FIG L1 V O LI dellVierebo^primo ci e occcrfo lAmore :ilquale afferma Tullio,doue trattd delle ndture dU dei;effere\hto pròdotto dd luiyO dalla notte ìlche,oferenifiimo di Ke-jti parrebbe fcrfé inconueneuokyGrmonfìruofo^fe il nero con la ragione pof^ibile noti fòffedimojì antica feìtezdde gli dntichiX Amore effer WHpxf^io danin però-jCÌo,che defìderiamo,quello e Amore Mapchcin diuerfo fine fono portati i nofìri ajfetije neceffarioxhe lAmore dinicrno a tutte le cofé uopi qWijì^otii in picciolo numero i difìderi de mort-iliji nofirimagglori lo fecero di inhìgU dltri^co ti^imonio dApuleio in 5 / libro, chegli c a. LIBRO fcrifjt^i decreti, o HoglUmo dire openionidi Pldtone j ejfo Platone afferma ejjère trefoli Amori, cr non piu. il pri mo de qudi dijje effer diuino, che fi confdce con U menteincorrotta, CT con U ragione della uinìi. ì l fecondo , pafione di tralignato animo, CTdi mente corrotta, il terzo compcjìo di luno , ex deWaltro . Dopo il quale, Ari*fiotekfao auditore, mutate più tojb le parole, che la fentenza y medefimamente «offe,chefòjfe di tre forte. Affermando il primo mouere i pigliati da fé, per Vhonejìo 3 i7/è«condo , per lo diletteucle ; cr il terzo per lutile. M a perche quejh : del quale trai*tiamo non è quello , di cui il diuino parla , cr meno quello , che tenda aUhonejh j nedi due altri compojto, cuero per lo diletteuole j ma di declinante animo, cr folamenteper rutilej meritamenlc fecondo lopenionedi Cicerone j lo chiameremo figliuolo deUIHtrebo, CT della notte, ciò e di cieca mente, CT d^ofìinato petto, Percioche da q


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