Delle opere di Gabbriello Chiabrera; in questa ultima impressione tutte in un corpo novellamente unite .. . chi miei, forgi veloce, e ì dal monte Sionne odo paroleDi chi falvarmi brama ,Che motto da pietà, pur com2 iuole ,Soave a: fé mi chiamaiMa pur trafvolano Quelli detti per n^e fcherzo de venti rNé penfo , mifero !Quali del peccator fiano i tormenti. Gìuft fortunati* FElice V AlmaS5 ottiene palma In guerra di pender,- che ci fofpuigono Verfo il peccar j- E prende a fchemo ** L? arte d* Inferno, . Quando fuoi fpirti incontra noi s accingono Con lufingar;. O ben veracemente F


Delle opere di Gabbriello Chiabrera; in questa ultima impressione tutte in un corpo novellamente unite .. . chi miei, forgi veloce, e ì dal monte Sionne odo paroleDi chi falvarmi brama ,Che motto da pietà, pur com2 iuole ,Soave a: fé mi chiamaiMa pur trafvolano Quelli detti per n^e fcherzo de venti rNé penfo , mifero !Quali del peccator fiano i tormenti. Gìuft fortunati* FElice V AlmaS5 ottiene palma In guerra di pender,- che ci fofpuigono Verfo il peccar j- E prende a fchemo ** L? arte d* Inferno, . Quando fuoi fpirti incontra noi s accingono Con lufingar;. O ben veracemente Felice alma innocente ••Vago Arbofcello, Cui d un rufcello Sotto ilNemeo Leon V onde conlolano* V arfo terren y A cui dv intorno, E notte , e giorno Miniftre di Pomona aure len volano» In Ciel feren ; Suoi folti rami infiora , E ben da lunge odora •Ax tal fembianza Uomo s avanza, ,A, r Che con opre gentili; in terra acquatati , Vel Cic! V amor 5 Non così P empio , E^porge efemptio Juom che cerca la terra , onde poi attri/iaii Ah lonimo error Fondar, faIV0 che in Dio, *-a fin del tua GLI Parte Secónda* X33 GLI SCHERZI I. Pena volentieri* BEN dì /guardi talor mi fi fa dono 3Ben odo il fuono della voce umano2E ben ilringo talor lamaca mano,Ma nella pena mia pur tempre io fono/?Né fé ne» pente il core/Perocché Amor non è fenza dolore*» II. Sì duole » LUnga ftagione ie fpefi in traer guaij,E di lagrime calde il,petto afperfi3Ed affanni acerbiffimi (offerii,Ne tanto di martir vi piegò mai»Ah fdegno! ah feritate*Occhi non dirò più, non vadirate» pente. DOve mifero -maiSperar deggio conforto a9dolor miet3 ^Se più pena * provaiLà dove più godei?Ah di più defìar ceffi la mente:In Amor il più lieto è il più dolente ? nome della S» D. PER quellalta forefta in nobil piantaScriffi il nome, che in petto Amor mi fcrive^Onde ogni Dio felvaggio ognora il canta 5E fdegno nhan le bofcherecce Dived-er lo ferivo del mar fu quefte rive,A ciò ca


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