Il diario di un viandante (Dal Deserto al Mar Glaciale) . acani. Il giorno dopo, dei duemila turchi non ne erano viviche trecento. Li avevamo bloccati. Chiesero di venire apatti. Bè, veniamo a patti. Ci lasciarono ottanta uomini comeostaggio e partirono disarmati. Viene la notte. Io dico aimiei uomini: — Che cosa ne facciamo di questa gente? —Che cosa ne facciamo? — Non si poteva dormire insieme,è vero ? Erano disperati ; potevano farmi uno scherzo. Bè !— pensai — Accorciamo la loro pelle! — E li uccideste? — Tutti! — risponde trinciando laria. E gli occhi glisi allargano. Ad ogni parola grand


Il diario di un viandante (Dal Deserto al Mar Glaciale) . acani. Il giorno dopo, dei duemila turchi non ne erano viviche trecento. Li avevamo bloccati. Chiesero di venire apatti. Bè, veniamo a patti. Ci lasciarono ottanta uomini comeostaggio e partirono disarmati. Viene la notte. Io dico aimiei uomini: — Che cosa ne facciamo di questa gente? —Che cosa ne facciamo? — Non si poteva dormire insieme,è vero ? Erano disperati ; potevano farmi uno scherzo. Bè !— pensai — Accorciamo la loro pelle! — E li uccideste? — Tutti! — risponde trinciando laria. E gli occhi glisi allargano. Ad ogni parola grande, gli occhi doventavanpili larghi. — Bè ! — conchiude e per la seconda volta guarda ilmare oltre le sue case. Possiede due case fra un monte dirovine che rappresentano gli avanzi di una piccola la rivoluzione, tutto andava a soqquadro. Un uomocome lui non poteva rimanere inattivo. Si scagliò su lamoschea e la distrusse. Non restò pietra su pietra. Poi, chefare? Il terreno non era più dei turchi, era una res mdlms.


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