Trieste . VIA UELLACQfEDOTTO. (Iot. G. Morpurgo). TRIESTE io;. INGRESSO AL PUNTO FRANCO. dei magazzini, è quella di olii entrasse in una città di giganti. A prima vista sicrede di trovarsi tra edifici che servano da abitazione; le loro forme maestose lolasciano supporre; ma poi i lunghi carri che si inseguono carichi di botti, di casse,da balle ci fanno accorgere che qui più delluomo conta la cosa, la merce. Più oltrela grande via è ingombra di vagoni che si vanno riempiendo a poco a poco: piùsi avanza e più intenso diviene il lavoro. Ma il punto dove è più diretta la sensazione di questo mecc


Trieste . VIA UELLACQfEDOTTO. (Iot. G. Morpurgo). TRIESTE io;. INGRESSO AL PUNTO FRANCO. dei magazzini, è quella di olii entrasse in una città di giganti. A prima vista sicrede di trovarsi tra edifici che servano da abitazione; le loro forme maestose lolasciano supporre; ma poi i lunghi carri che si inseguono carichi di botti, di casse,da balle ci fanno accorgere che qui più delluomo conta la cosa, la merce. Più oltrela grande via è ingombra di vagoni che si vanno riempiendo a poco a poco: piùsi avanza e più intenso diviene il lavoro. Ma il punto dove è più diretta la sensazione di questo meccanismo complessoche procede automaticamente, servendosi così delle puleggie e delle gru come dellebraccia umane, è lungo la riva ed i moli, dove le merci scendono e salgono daipiroscafi ai magazzini. Tutta la riva sembra un unico ingranaggio mostruoso; comesotto strani archi di trionfo si passa sotto le gru che colle loro gambe insistono suidue lati della strada; le loro braccia mosse per forza dacqua e regolate da un pic-colo uomo accoccolato fra


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