. Dialogo dell'imprese militari et amorose di monsignor Giovio, vescouo di Nocera : con vn ragionamento di messer Lodouico Domenichi nel medesimo soggetto ; con la tavola . rarum, ^ particepsconfiliorum del T^ucaJichiaratemiivipregOychefanno quei dueLeonifotto queBo alhero^(jUat))fottocchij M. Filippo, e qua-drò il ceffo del Cappellano, ilquale ancor che hen togato, nonfa-peud lettere,fé non per lefeìle-^ e come acuto ^falfo, e prontochegli era, non yiauuedete^dife, che fanno la guardia al lauroper difenderlo dal la furia di quefliToeti-,che corrono alromore,hauendo \>dita la eoronatione de


. Dialogo dell'imprese militari et amorose di monsignor Giovio, vescouo di Nocera : con vn ragionamento di messer Lodouico Domenichi nel medesimo soggetto ; con la tavola . rarum, ^ particepsconfiliorum del T^ucaJichiaratemiivipregOychefanno quei dueLeonifotto queBo alhero^(jUat))fottocchij M. Filippo, e qua-drò il ceffo del Cappellano, ilquale ancor che hen togato, nonfa-peud lettere,fé non per lefeìle-^ e come acuto ^falfo, e prontochegli era, non yiauuedete^dife, che fanno la guardia al lauroper difenderlo dal la furia di quefliToeti-,che corrono alromore,hauendo \>dita la eoronatione dell ^hate di Cjaetafatta in ^-md^accioche non Venghmo aj^ogliarlo di tutte le fronde,per far filaureati^ Iteplico il Cappellano, come huomo chef dilettaua difar qualche [metto, che andaua in zoccoli per. le rime^queHa èmalignità muidiofa-^ Soggiu^doichedomine importa al duca Lorenzo^chelhuon fapa Leone hahhiacortefemete laureato la-bate Sarahallo, e fattolo trionfare su l Elefanteì di maniera,chelaccfa andQ alt orecchia del cardinale, e fi pr e fé vnagran feUa DI MONS. GIOVIO. t5 fe!ld dìM. T>omitio, come di Toetà magro , e Cd^j^eUmo àipiccola É in oltre da offerti areiche non cifia intelletto di molta fi^ferhia^ePrefuntione ^hen che hahhia helcorpo^ eheU^amma^perchella rende ipano lamore ^ comefu quella^che porto il granCardinale di S- Cjiorgio %afael ^ctrio^ iljuale mife in milleliùo» Timone di C^alea con vw motto difi-franche dice : H O C o P v s. quafi\o\ejfe dire, per fare queHimdgnificcnti^imi edificij e gloriofe opere, mè di htfogno ejjer■Tapa, e gommare il mondo^ laquale imprefa riufcì yamfi-ma^quadofu creato Leone, e dopo; che ejpndo egli confapeuoledella congiura del Cardinale ^Ifonfo Tetrucci^reffoprefoiCmn i6 DIALOGO DELL* IMPRESE to, ^Jf odiato dellefamltàjO* confnato a ISIdfoliJoue fini fu Avira.


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