. Iconologia del cavaliere Cesare Ripa, perugino . acarlonell ira > come dice David nel Salmo 50. ; ed è quella una difpofizione^contraria al peccato •, ovvero ^ come diffinifcono i Teologi » un dolore pre-fo de propri peccati, con intenzione di confelTarli, e di foddisfare: il no-me iltelfo non lignifica altro , come dice S. Tommafo nell addizione dellaterza parte della Tua Somma al primo articolo , che una confrazione , c_>fminuzzamcnto d ogni pretenflone, che ci potelTe dare la fuperbia, pecqualche bene in noi conofciuto . La niafchera fotto a piedi, fignifica il difpregglo delle cofe


. Iconologia del cavaliere Cesare Ripa, perugino . acarlonell ira > come dice David nel Salmo 50. ; ed è quella una difpofizione^contraria al peccato •, ovvero ^ come diffinifcono i Teologi » un dolore pre-fo de propri peccati, con intenzione di confelTarli, e di foddisfare: il no-me iltelfo non lignifica altro , come dice S. Tommafo nell addizione dellaterza parte della Tua Somma al primo articolo , che una confrazione , c_>fminuzzamcnto d ogni pretenflone, che ci potelTe dare la fuperbia, pecqualche bene in noi conofciuto . La niafchera fotto a piedi, fignifica il difpregglo delle cofe mondane,le quali fono beni apparenti , che folo lufingano , ingannano , e ritardanola vera cognizione di noi Ile (fi . Sta in atto di Ipogliarfi de veftimenti ftracciati , perchè la Contrizioneè una parte della penitenza , per mezzo della quale ci fpogliamo de ve-Himenti dellUomo vecchio, riveftendoci di Crilto iltelfo, e della fua gra-fia, che adorna , ed afficura lanima noltra da ogni cattivo incontro. (^)iJe Fatti vedi Compunzione. CON-. ( fl ) Bellifsimo , a mio fentimcnto , ed afsai efprimente un perfetto doloreè il feguente Sonetto di Gio: Bartolomeo Cafaregi . SONETTO. Ce mai non fu largo perdon contefo*^ ^ cor piangente umil, mira, Signoret^lefio , che fcojso di f:ie colpe il pefo *Sen Vola alfin full ali a te d ^{on perchè Te rf alta vendetta accefoEi vegga, i fiioi delitti ave in orrore :Che elei >. che Inferno ? ah per un M^.me offìefoDa pili nobìl cagion nafca il folo in Te , non il tuo bene io bramo,J^è il mio mal temo, e folo i falli ìnìei «Terchè nemici all ^mor tuo, difatno .7^è perchè m ami io f amo ; io t amereiCrudele ancor, come pietofo io f amo ;^mo non quel che puoi > ma quel che fei. rw.^ TOMO SECONDO,CONVERSAZIONE, DiCefarel^ìpUt 6i


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