Cajo Marzio Coriolano, capitano de' Volsci : azione accademica da rappresentarsi nel giorno natalizio dell'Altezza serenissima di Francesco Terzo, duca di Modena, Reggio, Mirandola ec: nel domestico Nuovo Teatro : composta, recitata e dedicata alta medesima serenissima Altezza . go fìejfo, ove Vetturia avea piegato il cuo-re di Coriolano fuo Figlio. Rejìituitaft in Roma, exichtefia dal Senato quale ricompenfa ejfa y Volunnìa,e / altre Matrone^ che le erano fiate compagne^ de-ftderaffero per sì importante fervigio fatto alla Pa-tria _; nuir altro rifpofe Vstti,ria, fé non che s innal-?:(i un Te
Cajo Marzio Coriolano, capitano de' Volsci : azione accademica da rappresentarsi nel giorno natalizio dell'Altezza serenissima di Francesco Terzo, duca di Modena, Reggio, Mirandola ec: nel domestico Nuovo Teatro : composta, recitata e dedicata alta medesima serenissima Altezza . go fìejfo, ove Vetturia avea piegato il cuo-re di Coriolano fuo Figlio. Rejìituitaft in Roma, exichtefia dal Senato quale ricompenfa ejfa y Volunnìa,e / altre Matrone^ che le erano fiate compagne^ de-ftderaffero per sì importante fervigio fatto alla Pa-tria _; nuir altro rifpofe Vstti,ria, fé non che s innal-?:(i un Tempio alla Fortuna delle Donne ^ che faràloro impegno di fupplire ai difpendj della Struttura ^hajìar fola^ che la Re^:ibùlica fomminijìri le Vittimeda immolarji alla Dea in perpetuo ^ Accordr il Se-nato la CoJìruT^one del Tempio^ ma che fi fabbricaf-fé col denaro del Pubblicai Si permife fola alle Don-ne di w. ^5 m re dì fornr/ire a [uè fpefe, ed ìnnaÌT^ve una nuovaStatua della medeftma Deità; e le Sacerdote [fé diquejìo Tempio erano Matrone Romane y ma non Jtammettevano a tale[acro impiego.^ fé-fojfero pajfatsalle feconde Not;^, Tit. Liv. lib. 2. PJutar. in Vita C. M. CorioLVal. Maxim, lib. i. e. 8. PP» Catrau, e Koville nellaStoria Romana lib» ^^ CAN- eA NTAT A TERZA. I LA FORTUNA, O fon colei, che donoGli fcettri, e le fen van mie glorie De fommi Numi al lo fa che tolfi De Volfci al reo furore , E fei r antico onore In volto a lei brillar. Io fon colei ) la Tortuna io fono ,A cui di terfi marmi eccelfa moleS erge, e fi facra al mio temuto nomeDa le faraofe figlie di culto divino A me fi preda a quel di Giove tra fiammeggianti mura onufteDi purgat or, e preziofi drappiSplende gran fimuìacroAlla Fortuna muliebre facro,Gui le Matrone graviBrugian proftefe gli Arabi mi cole: e mentre al mio potere,Che fecondo le fu tributo omaggioPm pe fati venturi a fuo favore Rende Rende mia iftabil R
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