Gli ingiusti sdegniComedia . r Jcrrare eof la porta * T K I M 0* f chlaueyacaoche mlendo tornar ^re^ifftrrt^nonmi conuenga btijjare y^ a. Delia, chein tanto fi Hut in camera mui^e di Licinio^ f Tro. Ho detto, e fatto ogni cojk. Car» T{on mi conuiene udir altro, che già com*prendo ogni cofa ; uoglio andar di qt*à . K^g. Madonna uofira ISljpote farà il figliuoUfen^a uoi, cììe quando io mi partì, grida^uà come una cagna j^ititata ysdiceua ^ahmarito traditore, mai^iu; -mai più, egiu-raua , che sella fi muore j ;m» lo uml piaapprejfo • ^rm. andiamo andiamopreBo y TrofiTui quoì»te hore


Gli ingiusti sdegniComedia . r Jcrrare eof la porta * T K I M 0* f chlaueyacaoche mlendo tornar ^re^ifftrrt^nonmi conuenga btijjare y^ a. Delia, chein tanto fi Hut in camera mui^e di Licinio^ f Tro. Ho detto, e fatto ogni cojk. Car» T{on mi conuiene udir altro, che già com*prendo ogni cofa ; uoglio andar di qt*à . K^g. Madonna uofira ISljpote farà il figliuoUfen^a uoi, cììe quando io mi partì, grida^uà come una cagna j^ititata ysdiceua ^ahmarito traditore, mai^iu; -mai più, egiu-raua , che sella fi muore j ;m» lo uml piaapprejfo • ^rm. andiamo andiamopreBo y TrofiTui quoì»te horefolto ì Rag, Som pin di mille cinquecento,lo fo io, Arm. che milk cinquecento ? Bjxg, Mille cinquecento fielU Madonna fl^ co»fatele mo uoi f Irò, Madonna iadimanda deWhore hdord», K^g* jindate,che V adtmandaro a co fi ni qua^ SCENA TERZA . K<iga\:^. Scemo feruo[ciocco con uno flio^ difHOco,V andolfo uecch;» auarofuo patrone. Compagno , a quanihor*di giorno fifa di la mat-tina ?E tua quafhore di fole tra. A T T 0 fand. Scemo chefat tu qui fuori con hBiK^ »• mauo ?Sce. Sono ufcito per uedereyie buon Torta lojti%^ in ,, e torna:fuori con U chiaue della porta^ uàprejìo , non mi ri- Jponder piU) Eccomi che uh. Pand, Ragac^ycJye fai tu qut a epuefi^horx fKag. Torno a caft del mio patrone, fapetemidi-^ rt yX che bora fta, (ònato me%^ dì quejia^ notte fVand. Torna a cafk a dormire^cht nonfeiancor ben de ^g. ^on meluoletedire, hors»me nandarò ..Sce. Ecco U chiaue3 L^ufcio , e /<t porta , che ««— lete mo lTand^Dalla ruà, e fermatifn chio la fèrro •?Sce. Qu^anaHo miro la Togna^una radice Mi jento dentro a Lhorto ringrojfare, La Tognajòla mi può far felice y Seii:^ mai bere al mtndo^ o mai mangiare mTand. Che canti tu befìia lSce, Kagicnatio al buio con la Togna .Tand. E pcjfibiU Scemo, che tu Jia ogni dì piit e che tu cerchi ognhora di fcemar- mila robèa i a che propojito uenire a talho^ ra fuori con


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