. Storia dell'Italia antica. ^. Arriano, 1 Tacito, Ann., XIV, 59, XV, 71; Htst., ITI, 81, IV, 10 o !0; Plinio, , Ili, 11;Dione Cassio, LXII, 27, LXVI, 13; Luciano, Nerone, o del taglio dellistmo; Stobeo,Serm., 1, 6,17,46, 48, 56, 67, 71, 73, 75, 79, 84, 85; Filostrato, Vita di Apollonio Tianeo,IV, 35, 46, V, 19; Gelilo, IX, 2, XVI, 1, XVIII, 2; , loc. pag. 165; Niewland,De Musonio Rufo., Amstelodami 1783; Venhnizen-Peerlkamp, C. Musonìi reliquiae etapophfhegmatiij Harlem 1822; O. Bernhardt, Zu G. Musonius Rufus, Serau 1S63. 2 alla voce ; Gelilo, II, 18, XV,


. Storia dell'Italia antica. ^. Arriano, 1 Tacito, Ann., XIV, 59, XV, 71; Htst., ITI, 81, IV, 10 o !0; Plinio, , Ili, 11;Dione Cassio, LXII, 27, LXVI, 13; Luciano, Nerone, o del taglio dellistmo; Stobeo,Serm., 1, 6,17,46, 48, 56, 67, 71, 73, 75, 79, 84, 85; Filostrato, Vita di Apollonio Tianeo,IV, 35, 46, V, 19; Gelilo, IX, 2, XVI, 1, XVIII, 2; , loc. pag. 165; Niewland,De Musonio Rufo., Amstelodami 1783; Venhnizen-Peerlkamp, C. Musonìi reliquiae etapophfhegmatiij Harlem 1822; O. Bernhardt, Zu G. Musonius Rufus, Serau 1S63. 2 alla voce ; Gelilo, II, 18, XV, 11 ; Spangenberg:, Die Lehre Epik-iets, Hanau 1819; Grosch, Dia Sittenlehre des Epikt., Wernigerode 1867. 844 DOTTRINE MORALI DI EPITTETO. [LiB. VII. SUO discepolo, ne raccolse le dottrine, e le tramandòlino a noi, e coi pensieri più notevoli compose il Ma-nuale famoso. Come gli altri stoici, anche Epitteto ri-volse tutta la filosofia alla morale, e ogni studio feceausiliare e strumento di essa. Non è qui luogo ad ana-. Marco Aurelio filosofo stoico, {Mongez, Icon. pi. XLI, lizzare le semplici e nobili massime, con cui insegnò afrenare i desiderii, a stare in guardia contro le voluttàseduttrici, a purificar lanima, a perfezionare la ragione,a combattere pel conseguimento della vera libertà, a nonfar male a nessuno, a beneficare anche i nemici. Diremo Gap. V.] PREDICATORI SOFISTI. 845 solo che i suoi principii ebbero grande influenza sullospirito dei contemporanei e dei posteri, e che da lui di-rettamente venne il nobile libro, bello di alti pensieri edi vigoroso stile, in cui Marco Aurelio depose i suoi scon-forti, le sue speranze, la sua fede ardente, i rimproveria se stesso, e le cure con le quali studiava di eccitarsial bene, di nobilitare la sua anima, e di esser utile atutti. Sotto Vespasiano e Tito e Traiano disputò di filosofiamorale Plutarco di cui rimaser gli scritti *, e il suo amicoFavorino di Arli discepolo di Dione Crisostomo, scrittoreenciclopedico


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