. Dialogo dell'imprese militari et amorose di Monsignor Giouio, vescouo di Nocera : et del S. Gabriel Symeoni fiorentino : con vn ragionamento di M. Lodouico Domenichi, nel medesimo soggetto : con la tauola . quellacche porto ilS. Bartolomeo dAiutano valoroso e vi-gilante ^hench e poco felice Capitano. Egli fu grandifenfore della fattiene Orfina, difefe valorofamenttBracciano contra laforz^a di Papa Aleffandro : eprejeViterboyrouinando la parte Gattefca infauore deMa-ganz,efi, dicendo y che cjue Ili eranoil pejlifero vtlen$di quella Citta. Et effendo flato morto il capo lor$Giouan


. Dialogo dell'imprese militari et amorose di Monsignor Giouio, vescouo di Nocera : et del S. Gabriel Symeoni fiorentino : con vn ragionamento di M. Lodouico Domenichi, nel medesimo soggetto : con la tauola . quellacche porto ilS. Bartolomeo dAiutano valoroso e vi-gilante ^hench e poco felice Capitano. Egli fu grandifenfore della fattiene Orfina, difefe valorofamenttBracciano contra laforz^a di Papa Aleffandro : eprejeViterboyrouinando la parte Gattefca infauore deMa-ganz,efi, dicendo y che cjue Ili eranoil pejlifero vtlen$di quella Citta. Et effendo flato morto il capo lor$Giouan Gatto,fece fare per imprefa nellofledardofuo,tanimale chiamato lvnicorno^ la proprietà delqualee contraria ad ogni veleno sfigurando vna fontanacircondata dAjpidi, Bottega* altri ferpenti, che vifuffer venuti a bere, e lvnicornoprima che vi heejfe,vi cacciajfe dentro il corno per purgarla dal veleno,mefcolandola, comè di fua natura, & haueua vnmotto al collos venena pell dettoflendar-do fi perde nella giornoata di VicenT^Joauendolo di-fefo vn pezzo dalLi furia de nimici Marc An-tonio da Monte,Verone fé > che lo tenmabbracciato, ni mai lo lafcio,fin che non caddemorto. 4/ 7^ LE IMPRESE. Al me defimo figmr Limano fu trouata vna arguta,imfrefa dal Cotta Feronefe fuo Poeta^ dopi? la dettarotta di Vicenza,della quale diceuano ^chefiufotifii-ma cagione il froueditore M, Andrea Loredano,ilquale nel punto chefiritìrauano i nimiciCefarianiycorfe armato in corazzina di velluto cremifino alpadiglion del Generale, E trouadolo con molti capitania njna tauola,che confultauano di quanto shauejfe afare, cominciò a rinfacciargli la viltà, e la tardanzaloro ^perche efi diceuano,eha nimici,che fuggono ,fideurebbonfare iponti doro : & egli pure isiaua, cheno fé gli lafciaffero fcappar dalle mani^attefo che eranrotti. Per le cui braueefuriofeparole fi prefe partitomoltofimfiro difeguitarli e fare il fatto darme^dicen do VI CM, Giono, 77 do il Generale \ Io non voglio^ch e coflui mi


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