. Atti della Accademia gioenia di scienze naturali in Catania. Natural history. Su Ila Font (tua di lava etnea del 1917 la massa lavica per la minóre bollosità ; i plagioclasi hanno qualche contorno geometrico e non sono molto ricchi cT inclusioni ; le olivine sono limpide e di color verde giallastro. La massa fondamentale presenta dei microliti di feldspato. L'analisi chimica delle bombe differisce da quella della lava a fontana solo per la mag- giore percentuale di protossido di ferro. Ciò, forse, è dovuto al fatto che le bombe essendo meno bollosse della lava, subirono meno contatto nell


. Atti della Accademia gioenia di scienze naturali in Catania. Natural history. Su Ila Font (tua di lava etnea del 1917 la massa lavica per la minóre bollosità ; i plagioclasi hanno qualche contorno geometrico e non sono molto ricchi cT inclusioni ; le olivine sono limpide e di color verde giallastro. La massa fondamentale presenta dei microliti di feldspato. L'analisi chimica delle bombe differisce da quella della lava a fontana solo per la mag- giore percentuale di protossido di ferro. Ciò, forse, è dovuto al fatto che le bombe essendo meno bollosse della lava, subirono meno contatto nell'aria e quindi meno ossidazione. Fra i materiali sciolti ho rinvenuto degli abbondanti frammenti di roccia vulcanica, pro- babilmente provenienti dalle pareti del condotto eruttivo, perchè molto alterati dall' azione chimica e termica prolungata dei gas vulcanici. Esalazioni e minerali fumarolici. Come ho detto avanti, la grande massa di lava caduta formò una copertura della po- tenza media di 3 metri, ma presso il cratere riscontrai uno spessore di circa 5 metri mi- surato attraverso le fonditure, che si formarono parallelamente all'orlo pel cratere. Dopo alcuni giorni, quando fu possibile avvicinarmi alle dette spaccature, alcune delle quali erano larghe da 1 a 2 metri, vidi che i loro bordi erano tapezzati da sublimazioni e nell'interno potei scorgere in pieno giorno la roccia ancora rovente. La considerevole larghezza delle spaccature permetteva un continuo contatto dell'aria con la roccia rovente e perciò le esalazioni subivano delle notevoli trasformazioni. Pertanto credetti opportuno limitarmi a delle analisi qualitative di quelle esalazioni raccogliendo i gas a varie, profondità nelle fonditure. Per tale operazione mi servii di un apparecchio costituito da un recipiente cilindrico di ferro (fig. 2) con coperchio mobile a- dattato in modo che poteva automaticamente aprirsi ogni qual- volta che il congegno, sospeso ad una corda metallica, si ap- poggiava


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