Storia dell'Italia antica . te lefacoltà, a tutti i diritti. E questa rivoluzione si vedetutta nel diritto romano. Sotto laristocrazia leggi poche,segrete, durissime: la scienza di esse è chiusa religio-samente nellordine dei patrizi come strumento di po-tenza: la forza barbara dei padroni comanda: in essaripongono loro diritto, come Achille ripone sua ragionenella punta dellasta. Nella democrazia lumanità e laragione dettano le leggi che uguagliano tutti: non visono più arcani, ne interpretazioni arbitrarie. Le repub- («) I padri confederandosi e stringendosi in ordini si trovarono avereuniti


Storia dell'Italia antica . te lefacoltà, a tutti i diritti. E questa rivoluzione si vedetutta nel diritto romano. Sotto laristocrazia leggi poche,segrete, durissime: la scienza di esse è chiusa religio-samente nellordine dei patrizi come strumento di po-tenza: la forza barbara dei padroni comanda: in essaripongono loro diritto, come Achille ripone sua ragionenella punta dellasta. Nella democrazia lumanità e laragione dettano le leggi che uguagliano tutti: non visono più arcani, ne interpretazioni arbitrarie. Le repub- («) I padri confederandosi e stringendosi in ordini si trovarono avereuniti i loro privati interessi a ciascun loro comune, il quale si disse pa-tria che, sottintesovi res, vuol dire interessi dei padri: e i nobili se nedissero patrizi: onde i soli nobili dovettero essere cittadini delle primecittà. Scienza Xuova, lib. 2. Gap. IL] VICO. 657 bliche popolari sono naturalmente aperte, generose e ma-gnanime, perchè vi comanda la moltitudine in cui è po-tente il sentimento dellequità G. B. Vico. Queste dottrine, che inspirava un amore ardente degliuomini ai quali rivelavano veri sublimi e idee fecondis- Vaxnucci — Storia dellItalia antica — I 83 658 IL VICO COMMENTATO DA EMANUEF-E DUNI. [Lib. IL sime, rimasero oscure dapprima e quasi niuno vi attese ().Ma poco oltre la metà del secolo XVIII ebbero a Romaun commentatore che le applicò largamente nella parteche riguarda la storia e il diritto romano. EmanueleDuni, nativo di Matèra, e dottissimo maestro di giuri-sprudenza nelluniversità romana, su quelle idee fece lastoria dello stato civile di Roma (^), e prese a dimostrareche nei racconti di Dionisio e di Livio vi è contradi- C) Anche lautore dopo la morte riraaise 56 anni obliato nella chiesadei Padri dellOratorio di Napoli senza pietra o parola che indicassero illuogo della sua estrema dimora; e solo nel 1799, s ebbe una povera ebrevissima lapide dal suo pov-ero e vecchio figliuolo, Gennaro ! Maalla fine, quando lItalia risors


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