Storia dell'Italia antica . one, Cassandra^ 1085. Gap. IV.] NAPIZIA, E IPPONIO POI VIBONA VALEiNZIA. 299 che forma listmo più angusto dItalia, Dopo, nella mo-derna terra del Pizzo era lantica Napizia («). Quindipresso Montcleone fu Ipponio fondata dai Greci Locresi,(lai quali passò ai Bruzi, e da questi ai Romani, che,postavi una colonia, le dettero il nome di Vibona Va-lenzia: città difesa da forti mura, delle quali anche oggirimangono grandi ruderi per tre miglia e mezzo di anche un porto famoso, di cui pure, a bassamarea, si vedono grandi vestigi in mura di costruzionefortissima.


Storia dell'Italia antica . one, Cassandra^ 1085. Gap. IV.] NAPIZIA, E IPPONIO POI VIBONA VALEiNZIA. 299 che forma listmo più angusto dItalia, Dopo, nella mo-derna terra del Pizzo era lantica Napizia («). Quindipresso Montcleone fu Ipponio fondata dai Greci Locresi,(lai quali passò ai Bruzi, e da questi ai Romani, che,postavi una colonia, le dettero il nome di Vibona Va-lenzia: città difesa da forti mura, delle quali anche oggirimangono grandi ruderi per tre miglia e mezzo di anche un porto famoso, di cui pure, a bassamarea, si vedono grandi vestigi in mura di costruzionefortissima. Fu sempre llorida e ricca; e della riccliezzadel suo territorio all intorno attesta anche il dop[)iocornucopia costante nellemonete. Andò famosa perim magnifico tempio, sa-cro a Proserpina, che di-cevasi qui venuta dallavicina Sicilia, trattavi dal-l allettamento dei boridelle belle campagne, iquali poscia le donne di qualità, per imitar lei, coglie-vano da sé stesse e se ne intrecciavano corone nei giornifestivi ().. Moneta ili Valenzia coii doppio cornucopia. (^) Da Napitia si fece Pitium, e quindi Pizso. Vedi Tranquillo, SforTaapologetica dellantica Napizia, detta oggi il Pizzo, Napoli 1725, eRomanelli, Topogr., I, 49. C) Strabene, VI, 1; Plinio, III, 10; Diodoro Siculo, XIV, 107: XVI,15; Bisogni, Hipponii, seu Yibonis Valentiae, vcl Moìitislonnis An-soniae civitatis accurata historia, Xeapoli 1710; Capialbi, Cenni sullemura dIpponio, in Memor. Istit., 1832, voi. I, pag. 159 e segg.; e l?-bonensium inscriptionwn specimen, Neapoli 1845, ove tra le i\\tve ri-produce corretta la famosa epigrafe vibonese di Proserpina nella qualeè detto che i quatuorviri signum Proserpinae reficiendam statuen-dumqne arasque reficiendas ex S. C. curarunt. Vi hanno anche figulineche mostrano la lingua osca ad Ipponio. Sulle monete, vedi Cavedoni,Spicilegio numismatico, pag. 23, Modena 1838, e Ranch, Nnm. antiq.,pag. 16, Berolini 1845. 300 ISOLE ITACESIE, TROPEA, MESMA. [Lib. I. In faccia


Size: 2275px × 1099px
Photo credit: © The Reading Room / Alamy / Afripics
License: Licensed
Model Released: No

Keywords: ., bookcentury1800, bookdecade1870, bookidstoriadellit, bookyear1873