. Adunanze degli Arcadi pubblicate nelle nozze di ... Giacinta Orsini ... con ... Don Antonio Boncompagno Ludovisi. io con F aufpice Materna deffra Qua dEuridice men rieda a cingereIl Crin dIdalio mirto, e gineftra. Voi 107 Voi bionde Driadi tutto ferireteIl Nuziale fu quefti PlataniFelice augurio, che udito avete. Impuri Satiri, Fauni, Silvani Dall Ara eletta tutti involatevi,Tornate agli orridi Spechi profani. Ciò detto Venere le belle tiniè Dolce ridendo, gote di porpora,E all Etra V agili Colombe fpinfe. Forfè piacevole così forrife Allor che in Ida lalta vittoriaIl giufto Paride per Lei d


. Adunanze degli Arcadi pubblicate nelle nozze di ... Giacinta Orsini ... con ... Don Antonio Boncompagno Ludovisi. io con F aufpice Materna deffra Qua dEuridice men rieda a cingereIl Crin dIdalio mirto, e gineftra. Voi 107 Voi bionde Driadi tutto ferireteIl Nuziale fu quefti PlataniFelice augurio, che udito avete. Impuri Satiri, Fauni, Silvani Dall Ara eletta tutti involatevi,Tornate agli orridi Spechi profani. Ciò detto Venere le belle tiniè Dolce ridendo, gote di porpora,E all Etra V agili Colombe fpinfe. Forfè piacevole così forrife Allor che in Ida lalta vittoriaIl giufto Paride per Lei decife ; Forfè in Cartagine tal forridea Mentre al novello Regno, dal LazioRichiamò linclito diletto Enea. Sì lufinghevole, così ridente Il buon Nettuno moffe a componereDel Mare i fremiti col gran Tridente ; Ma nel forridere, nel dileguare Da fuoi begli occhi quante rimangonoOggi in Arcadia faville fparfe ! Così pel torbido Cielo notturno Dal Sol, che fugge dubbj fi vibranoI rai del languido lume diurno. Ite con Venere Carmi, che a fianchiLundeci avete compagne SillabeSul volo facile de vanni Del 208 Del Signor AbateMUZIO SCEVOLA Fra gli Arcadinevillo aracinzio STANZE. POichè non fdegni , o nobil Euridice,Muovere il piede alle Capanne intorno,E refa delle Selve abitatrice,Spargi donor P Arcadico foggiorno:Altri rammenti in quefto dì feliceI rari pregi del tuo vifo adorno,Ove fcherzan le Grazie, e in atto alteroDivide Amor coli Oneftà V Impero. Io vuò narrar, come le dotte rimeDifciogli, e noi di meraviglia accendi,Qualor full ale di virtù fublimeIn sì tenera etade il voi diftendi :E invan ti fiegue fulPAonie cimeStuolo di Ninfe, tra le quai rifplendi ;Come la Rofa con i bei coloriSi vede pompeggiar tra gli altri fiori • Chi può ridir qual mai letizia infondaDegno il tuo Canto di perpetua lode ?Quando lo fpieghi, non fi muove fronda,E il Rufcelletto mormorar non s ode :Tace la Selva, e lAria più giocondaDi chiaro lume fi rivefte, e gode,Mentre gli ac


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