. Epistole eroiche di P. Ovidio Nasone . l mio corp> Non altrimenti, che percofTe biade Dal rabbiofo Aquilon , fi batte e trema, E come poi con la tremante mano Quefla carta ho vergata , il che ti moftra L ordin mal dritto de miei trifli verfi. Io non ti vo pregar per alcun merto , Poi cheI maggior mè così mal fucceflb : Ma s al mio merto guiderdone alcuno Non fi convien, non fi convien la pena j E s io non fui cagion de la tua vita, Non ai empio cagione ond effer deggia Trilla cagion de la mia trifla morte. Ecco , che quelle man già flanche , e lafTeDi battermi infelice, oltra il gran mare


. Epistole eroiche di P. Ovidio Nasone . l mio corp> Non altrimenti, che percofTe biade Dal rabbiofo Aquilon , fi batte e trema, E come poi con la tremante mano Quefla carta ho vergata , il che ti moftra L ordin mal dritto de miei trifli verfi. Io non ti vo pregar per alcun merto , Poi cheI maggior mè così mal fucceflb : Ma s al mio merto guiderdone alcuno Non fi convien, non fi convien la pena j E s io non fui cagion de la tua vita, Non ai empio cagione ond effer deggia Trilla cagion de la mia trifla morte. Ecco , che quelle man già flanche , e lafTeDi battermi infelice, oltra il gran mare 14 236 ARIANNA A TESEO, Umilemente (o Tefeo mio) ti porgo,E mella in volto ti dimoftro quefliCapei negletti , eh avanzati fonoA fieri oltraggi del mio duolo immenfo :E fé pofTo pregar, ti prego (ahi lafTa)Tex V onde calde , che da gli occhj foreMi traggon V opre tue crudeli ed empie ,Che tu ritorni, e col mutato ventoVolga la nave : eh torna, eh torna o TefeoChe s io pria mi morrò, pietofo almeno|vfe porterai V infelici offa


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