Opere del conte Algarotti . o saperse vi piaccia, per sapere quanto io debbastimarla . Voi troverete qui un sonetto diCornante, che così si chiama Frugoni, edè scritto ad Atelmo che è il nome arcadi-co del marchese Ubertino Landi, nel qualsonetto, come vedrete, esso Cornante rin-grazia Atelmo delle poesie vostre che egligli avea donato . State sano , Algarottinojnio, ed amatemi come fate, persuadendo-vi che io amo voi quanto me stesso . Ad-dio . Addio . Cornante ad Atelmo, Qualunque mai sdì dotto avvien che sergaCantando o le feroci ire di Marte,O damor Vopre, endè che tanta parteDi dolce poes


Opere del conte Algarotti . o saperse vi piaccia, per sapere quanto io debbastimarla . Voi troverete qui un sonetto diCornante, che così si chiama Frugoni, edè scritto ad Atelmo che è il nome arcadi-co del marchese Ubertino Landi, nel qualsonetto, come vedrete, esso Cornante rin-grazia Atelmo delle poesie vostre che egligli avea donato . State sano , Algarottinojnio, ed amatemi come fate, persuadendo-vi che io amo voi quanto me stesso . Ad-dio . Addio . Cornante ad Atelmo, Qualunque mai sdì dotto avvien che sergaCantando o le feroci ire di Marte,O damor Vopre, endè che tanta parteDi dolce poesia da Pindo emerga, pregna e si specchi, e piìi sallumi e terga, Inclito Atelmo, ne le aonie carte, Che il cigno dAdria con mirabilarte Sacre al gran nome tuo colora e verga. Pasco I W E D I T E , jg|^ Pasco io la mente nel tuo nobil dono,E come suol ricercator avaroDa le profonde doro indiche vene, Jki lor, quante mai sparse altrove bellezze, e nuovi lumi imparoFors anche ignoti al Lazio e a Vaima Atene ,^. To: XJI. i6a Lettere DEL MEDESIMOLXIV. Bologna 6. marzo 1734. J_iA vostra lettera deaa. febbrajo, la (jualniè tanto piaciuta, quanto a voi piace orail Domenichino ed Annibale, fummi reca-ta laltro jeri , cioè un ordinario più tar-di , che non dovea. Questo è un fenome-no meno esplicabile , che non siete voi ,al quale però non voglio che basti il pote-re essere spiegato , se non lo siete in unsistema, che sia assai semplice, ed avver-tite bene che quelle vostre forze, le qualiora traggono a sé, or ne scacciano, quan-to a me , levano assai di quella semplicità ,che mi piace ; di che però mi rimetteròal parere , che monsignor Leprotti potràdarvene inter scyphos ; giacché veggo cher amicizia vostra ha cominciato dalla filo-sofìa e dalla tavola . Io vi ho invidia di. T. ^ questa Inedite. i65 questa seconda ; perchè, quanto appartienealla prima , panni tli essere a questora paz-zo assai. Ho però goduto devostri lieti con-viti^ intendendogli dalla vo


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