Gli ingiusti sdegniComedia . o fapetta meglio di me» Và.^ j>pofito,difclla di ucleradar alTopolof Sce. Crede dijì, perche io non mi ricordai trop/pò • rijpcjìe, hcrfu io andare hcra al Vopoto y tu uà a trovarla, e dille ^ che Flauiola(J:ctiaa cauallo fuor delia porta , maamrtifci- di nonncminarmij come diraif Sce. Ò chella efa della porta, per montare 4caiiallo con ItUwo , per andar allo fiudioci Vopolofuor di Vadoua. Vand,Di come tu uuoi, e falla uenire, perche ì»ron dtfdero altrOj fé non cohofcerla,e chinrir>ni della pratica, che Fìauio ha co» lei ^il ni


Gli ingiusti sdegniComedia . o fapetta meglio di me» Và.^ j>pofito,difclla di ucleradar alTopolof Sce. Crede dijì, perche io non mi ricordai trop/pò • rijpcjìe, hcrfu io andare hcra al Vopoto y tu uà a trovarla, e dille ^ che Flauiola(J:ctiaa cauallo fuor delia porta , maamrtifci- di nonncminarmij come diraif Sce. Ò chella efa della porta, per montare 4caiiallo con ItUwo , per andar allo fiudioci Vopolofuor di Vadoua. Vand,Di come tu uuoi, e falla uenire, perche ì»ron dtfdero altrOj fé non cohofcerla,e chinrir>ni della pratica, che Fìauio ha co» lei ^il niafìro conofcela f Sce. MePcr nò, che oh. ndo Tlauio uà a trouar^la lafia il wajiro incafa , ^ ella quandoil t:cde dalia feneflra figge, e gitta pianpian i baci fu le mani di Tlauio. < tintendo,andiampur PÌA,fe qualchuno ti adimanda, dotte io no , dì chÌ9m alla vigna. ; camina. IO V K I M 0. SCENA QJ/ A R T A . .^^^Licinio tornando di nUla^ Vuneùofuéi ^ compagno degli findlj Vane, Uà.. Liei lE^^^^^^—TÌ-^gi chepafa hov dilà chi credete, che JiaM* Vanctio {QuakhHtWjchepergran facenda fia a,taVhora. sfor:{ato m-fcir di cafa. •Qualchuno credio jche per amor Jta^into di capila cotrario dimecche dallamor Jan ricondotto a caft •Tane. Eh quanto meglio ti farebbe Licinio da do~^ uero ritornare a cafa, poi che nefeifi Unta-*. uOjtipar egli connenewle dejferfi toflopar tito ditiillayche a pena è giorno fI.ÌCÌ, Ver me e di chiaro, poi che mauicino alla, sfera del mio Sole •Vane, ^ny alla r^na di quel fuoco, che con tua gran uergogna,e danno ti confuma. »Liei, M. Vanetto crediate pure , che la medicinaqual io fiimauo. htwna. dandare quefii duogiorni in uiila, non folo non ha in partealcuna rifanata lincurabile mia ferita ^ma grauenmite mha rinjrefcata la piaga ,ejè nBnfofJc lajperan^y chio ho dirifanarmi prefio per altra uia , maledirei quelgiorno ck io penjai diparnrmi da Vadoua ,t tenete per ceno che per niuna co fa rejia-^ri io mai di a


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