. Bollettino del R. Comitato geologico d' Geology. 316 VK NT URINO SABATINI sità di precisare il valore del rigetto. La dimostrazione dell'affer- mazione della sua piccolezza ha un' importanza tanto più forte in quanto esso costituisce una delle maggiori dislo- lissima amplitudine, pochi centimetri, un metro, due, o giù di lì, ciò che, insieme al loro gran numero/dimostra ad esuberanza che trattasi di rassetti del terreno. Fermiamoci dunque al Giglio. La vecchia rotabile da Bolsena ad Orvieto si svolge nel suo primo chilometro tra la chiesa di Santa Cristina, che trovasi ad un estr
. Bollettino del R. Comitato geologico d' Geology. 316 VK NT URINO SABATINI sità di precisare il valore del rigetto. La dimostrazione dell'affer- mazione della sua piccolezza ha un' importanza tanto più forte in quanto esso costituisce una delle maggiori dislo- lissima amplitudine, pochi centimetri, un metro, due, o giù di lì, ciò che, insieme al loro gran numero/dimostra ad esuberanza che trattasi di rassetti del terreno. Fermiamoci dunque al Giglio. La vecchia rotabile da Bolsena ad Orvieto si svolge nel suo primo chilometro tra la chiesa di Santa Cristina, che trovasi ad un estremo della città , e i pressi di quella del Giglio, con l'andamento mostrato dalla ^flg. 1. Nella parte settentrionale del tratto a b, aperto in trincea profonda, si osserva una frattura verticale negli strati di tufi (fìg. 2). Questi~strati pel loro spessore sono effettiva- mente banchi di 50-60 centimetri e strati di 12-15, e sono costituiti di ceneri sole, o di ceneri e pomicine biancastre, o prevalentemente di queste ultime. Intercalato in questo materiale e con esso concor- dante è un banco di ceneri miste ad abondanti frammenti lavici, grandi al più come un doppio pugno. I colori esteriori, quali appari- scono parzialmente modificati dall'ossidazione, sono il grigio, il gri- dio-violaceo, il biancastro, il giallastro, con predominanza dei due vdtimi. La sezione che il 1898, quando la vidi la prima volta, era scoperta e nitida, si è andata ossidando maggiormente di poi e rico- prendo di vegetazione, ciò che oggi la rende meno visibile e può farla rimanere inosservata a chi, ignorandone l'esistenza, le passasse vi- cino un po' in cazioni finora ritrovate, sopratutto da me in lunghi anni e dal Dott. Simotomai in parecchi mesi di escursioni. I casi osservati furono nu- merosissimi ed ebbe ragione il v. Eath di sup- porre che era probabile ve ne fossero altri da aggiungere a quell'unico del Giglio da lui veduto. Basta rivolgere gli occhi int
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