. Vita di Luigi Gonzaga detto Rodomonte principe del Sacro Romano Impero, duca di Trajetto, conte di Fondi, e signore di Rivarolo. (4) Publio Cornelio Scipione detto Y AfTricano addossòla guerra dAsia contro Antioco a Lucio Cornelio Scipio-ne suo fratello . (5) Il vecchio di Mauritania, cioè Atlante, giusta le fa-vole greche allegate da Natal Conti nel lib. 4. della Mito-logia cap. 7., impose ad Ercole figlio di Giove, e dAlcme-na luffizio di sostener il Cielo colle sue spalle . (6) Atlante fu trasformato in monte , che fa ombra aMarocco. Il verso è del Petrarca • 141 V. V^/f che 1 raggio dAmo


. Vita di Luigi Gonzaga detto Rodomonte principe del Sacro Romano Impero, duca di Trajetto, conte di Fondi, e signore di Rivarolo. (4) Publio Cornelio Scipione detto Y AfTricano addossòla guerra dAsia contro Antioco a Lucio Cornelio Scipio-ne suo fratello . (5) Il vecchio di Mauritania, cioè Atlante, giusta le fa-vole greche allegate da Natal Conti nel lib. 4. della Mito-logia cap. 7., impose ad Ercole figlio di Giove, e dAlcme-na luffizio di sostener il Cielo colle sue spalle . (6) Atlante fu trasformato in monte , che fa ombra aMarocco. Il verso è del Petrarca • 141 V. V^/f che 1 raggio dAmor per tutto fplende (i)E fa la Terra graziofa intorno 9Il dianzi orrido ghiaccio d ogn intornoDa più alti monti furiofo fcende. E de più fin corai T Aurora ftendeCelefte nembo rugiadofo, e adorno ^Apre foave , e dilettofo giornoChe i cor fugaci avvolge ? arreta, e incende Quinci ulular le fiere 9 che amor flrinfe 5S9 odon garrir gli augelli in campo aprico 5E fofpirar cui gran desio fa guerra. Le rare perle 9 e i giglj, che dipinfe Di rofe Amor, e dolirò s abbraccio , e dicoParole d addolcir F aria , e la terra •. (i) Questo Sonetto è composto in occasion daprirsi laPrimavera . j 142 Vi. N on vi fperate* o ben dogni mio bene,Con villa fiera far giammai chio fciogliaQuella sì altiera, e incomprenfibil voglia,Che al difpetto di voi con voi mi tiene. Né vi fperate, che mie tante pene Mi fienmen dolci, o 1 mio defir ritoglia,Né i fuggitivi miei penfier raccogliaQuella mia in ver troppo fuperba fpene. Che dai dì in qua 5 eh io ruppi il duro frenoAl mio voler, quelli turbati fegniDeboli fumo, e mal faldi ripari • Né vi fperate ufeir di quello feno Moflrando orgoglio ; che voftr* ire, e fdegni( Volìro malgrado J mi fon dolci, e cari (1) (1) Veramente ingegnoso, e leggiadro si scorge il pre-sente amoroso componimento, degno però che il Crescim-beni lo scegliesse per saggio dello stile del nostro Poeta,ripubblicandolo nel terzo volume de suoi Comentarj . Ilgiudizio,


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