Le finezze de pennelli italiani, ammirate, e studiate da Girupeno sotto la scorta, e disciplina del genio di Raffaello d'Vrbino : con vna curiosa, ed'attentissima osseruatione di tutto ciò, che facilmente possa riuscire d'vtile, e di diletto à chi desidera rendersi perfetto nella teorica, e prattica della nobil'arte della pittura . elle premi-nenze per (e frette erano euidenti, e palefi. Partiti di colà ( non fenza qualche repugnanza per il dilettogrande che haueuano ritrouato nelle Pitture di sì amorofa Stan-za^ fi fpinfero auanti prima di peruenire nella Sala de Giganti,in altre Camere, e co


Le finezze de pennelli italiani, ammirate, e studiate da Girupeno sotto la scorta, e disciplina del genio di Raffaello d'Vrbino : con vna curiosa, ed'attentissima osseruatione di tutto ciò, che facilmente possa riuscire d'vtile, e di diletto à chi desidera rendersi perfetto nella teorica, e prattica della nobil'arte della pittura . elle premi-nenze per (e frette erano euidenti, e palefi. Partiti di colà ( non fenza qualche repugnanza per il dilettogrande che haueuano ritrouato nelle Pitture di sì amorofa Stan-za^ fi fpinfero auanti prima di peruenire nella Sala de Giganti,in altre Camere, e contemplando paffo pa.(To i parti tempre delmedefimo Pennello, parea loro nuotare in vn mare di conten-tezze, e fra laltre cole viddero rapprefenrati i dodeci Mefi dellAnno con altretante Hiftorie alludenti agiiftctfì. Alla perfinegiunti nella fudetta, e rinomata Sala deGiganti , di cui per ha-uerne più dvna Penna eloquentemente (entro, non iftimòdvopo il Genio farne altre dicerie, gouandole folo ildire verfo del fuo Girupeno hauerlo quella in-uentione fatto reftare in vn iftante quafi in-orridito per la gran buona rapprefen*tatione di quelle gigantesche , etremende Figure, onde perciò hauerne ! Autoreottenuto il fine , mentre ogn vno che vi giunge , per sì gran verità* fi fentc riempir lOlla dinfoino terrore, Sinten*. LE PENNELLI ITALIANI. 121 Sintendono le meraviglie vedute fuori di Jlìantoa dal Cenio}€ Gimpeno m materia di TPttture, e d altro. C A P. XXXVIII, V t t o inrefo il Grotti ad incontrare il eufto del fidue virtuofi Paflaggieri,penGÒ allaltra manina con-durli fuori di Mantoa, oue potefiero con locchioappagare anco lintelletto, cdhauendo à quefto fineapprontato vn bel Calcilo , verfo dell ameniifimoMarmirolo,laugi dalla Città cinque miglia per ben diritto , e largo Marmi-Stradone, con elfi loro fece pafiaggio. Apena entrati in quel de- roh-litio/o Teatro, vi prefero à palleggiare,e confiderandone quell*ampltflìme fpiaggic dognintorno ripiene danimati


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