Il diario di un viandante (Dal Deserto al Mar Glaciale) . tto il cielo. Si ode un lieve on-dare di campane remote. Il golfo di Corinto. Siamo nel Golfo di Corinto. Quanti castelli venezianisu le nude rive!... Costeggiamo la Morea, che non è aridacome le altre terre. Una strada solitaria segue la riva. Lecase sono rarissime e miserrime. 11 mare e ricco di meduse. Paiono sugheri galleggianti. A bordo si legge, si riposa. Si intravvede in fondo infondo langustissima gola del Canale di Corinto. Ci avviciniamo a poco a poco. Un vento caldissimo ci in-veste discendendo dagli infocati ed aridi piani


Il diario di un viandante (Dal Deserto al Mar Glaciale) . tto il cielo. Si ode un lieve on-dare di campane remote. Il golfo di Corinto. Siamo nel Golfo di Corinto. Quanti castelli venezianisu le nude rive!... Costeggiamo la Morea, che non è aridacome le altre terre. Una strada solitaria segue la riva. Lecase sono rarissime e miserrime. 11 mare e ricco di meduse. Paiono sugheri galleggianti. A bordo si legge, si riposa. Si intravvede in fondo infondo langustissima gola del Canale di Corinto. Ci avviciniamo a poco a poco. Un vento caldissimo ci in-veste discendendo dagli infocati ed aridi piani della Tessaglia. Giunge il vaporetto che deve rimorchiarci attraversoil canale. xVlcuni contadini in fustanella sogguardano dalle rive. Il vapore procede lentissimo. Ci troviamo chiusi fra duealte pareti a picco. Si respira a disagio; la luce acceca. Un lento volo di corvi ci precede. Amare verità. Il prete armeno, proveniente da Roma e diretto ad An-gora, mi si è avvicinato e, rassicurato dalla mia nazionalità,ha dato la .stura alle sue Cimitero eutro Smirne.


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