Notizie de' professori del disegno da Cimabue in qua : per le quali si dimostra come, e per chi le bell' arti di pittura, scultura, e architettura lasciata la rozzezza delle maniere greca, e gottica, si siano in questi secoli ridotte all' antica loro perfezione . l iuo meftiere, e caritativonel comunicare a5giovani la propria virtù, edinfìemecon effa ogni buoncoltume civile e criiìiano. Era in quefto tempo iJ giovanetto Lorenzo difpirito si vivace e focofo, che con effer egli applicato a varj divertimen-ti, tutti però virtuolì e proprj di queiletà, cioè di fcherma, faltare a ca-vallo e ballare


Notizie de' professori del disegno da Cimabue in qua : per le quali si dimostra come, e per chi le bell' arti di pittura, scultura, e architettura lasciata la rozzezza delle maniere greca, e gottica, si siano in questi secoli ridotte all' antica loro perfezione . l iuo meftiere, e caritativonel comunicare a5giovani la propria virtù, edinfìemecon effa ogni buoncoltume civile e criiìiano. Era in quefto tempo iJ giovanetto Lorenzo difpirito si vivace e focofo, che con effer egli applicato a varj divertimen-ti, tutti però virtuolì e proprj di queiletà, cioè di fcherma, faltare a ca-vallo e ballare, ed anche alla frequenza dellAccademie di lettere; fep-pe contuttociò dar tanto di tempo al principale intento fuo, che fu ildifegno e la pittura, che in brevelafciatifi indietro tutti gli altri fuoi con-dilcepoli, arrivò a dìfegnar sì bene al naturale, che i dilegni ufciti di fuamano in quella età, danno al paragone di molti de*principali maeftri diquel tempo; ed io non ho dubitato di dar luogo ad un difegno di matitarotta e nera, fatto da lui in queprimi tempi, fra gli altri difegni pure difua mano, nelibri del Sereniamo Granduca, che contengono la maravi-gliofà raccolta, fattane dalla gloriofa memoria del Sereniflìmo Card, naie LORENZO L1PP1. 451 Leopoldo. In fomma difegnava egli tanto bene, che fé e non foflc (tatoin lui un amor fiffo, che egli ebbe Tempre intorno alla fempice imitazio-ne del naturale, poco o nulla cercando quei più. che anche fenza fcoftarfidal vero, può lingegnofo artefice aggiugner di bello all opera Tua, imi-tando (blamente il più perfetto, con vaghezza di abbigliamenti, varietàe bizzarria d invenzione, avrebbe egli lenza fallo avuta la gloria del pri-mo artefice, che averTe avuto nefuoi tempi quetìa patria, ficcome fu (li-mato il migliore nel dileguare dal naturale. A cagione dunque di tal fuogenio alla pura imitazione del vero, non volle mai fare ftudio fopia le e pe-re di molti gran maeftri, (lati avanti di lui,che ave


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