Notizie de' professori del disegno da Cimabue in qua : per le quali si dimostra come, e per chi le bell' arti di pittura, scultura, e architettura lasciata la rozzezza delle maniere greca, e gottica, si siano in questi secoli ridotte all' antica loro perfezione . apprejjò ì Tofcanì e Romani, eranogiunte alfommo di lor perfezione, fino alla loro qua/i totale diftritzionee rovina; colle notizie di CMa/o di Ser Giovanni da Cajiel San Giovannidi Val darno in Tofcana, detto Ma faccio, difce polo di Ma/olino da Panie ale,il primo, che tolta via la maniera di Cimabue e di Giotto, fioprijfe il buonmod


Notizie de' professori del disegno da Cimabue in qua : per le quali si dimostra come, e per chi le bell' arti di pittura, scultura, e architettura lasciata la rozzezza delle maniere greca, e gottica, si siano in questi secoli ridotte all' antica loro perfezione . apprejjò ì Tofcanì e Romani, eranogiunte alfommo di lor perfezione, fino alla loro qua/i totale diftritzionee rovina; colle notizie di CMa/o di Ser Giovanni da Cajiel San Giovannidi Val darno in Tofcana, detto Ma faccio, difce polo di Ma/olino da Panie ale,il primo, che tolta via la maniera di Cimabue e di Giotto, fioprijfe il buonmodo di operare in Difegno e in Pittura» Uanto dì venerazione e di lode fi era appretto di tutte lenazioni guadagnata la Grecia, petanti e sì grandi uomini,che nel le belle arti e nelle feienze tutte aveva fatto vederene fuoi famofi Atenei (a); altrettanto riportò di biafirno,e poco meno ehio non diffi dinfamia, pel numerofiiTimogregge dcgl infiniti Poeti, che ella al mondo quella gloria , che per mezzo o delle Filofofichefpeculazioni o delle dimoftrazioni Matematiche fi erano acquiftate e le Stoeed i Licei, reftò ben tofto fepolca in queJ chimerici vaneggiamenti, che fopra [a], Atenei, luoghi, ove leggevani i profejfori delle MASACCIO. 7» fopra di &rri e di Pmdo fognoflì laPoefìa, in modo tale, che mercè dellefavole da lei inventate, perduta ella apprettò gli uomini la reputazione, an-dò poi in comunal proverbio, con gran discredito di efia, come vana e bu-giarda, la Greca fede . Ma fé ftrane furono in ogni tempo di quei poeti leA/dusMarantafie, Itraniffima m vero fu quella, quando con mal penfato ardimento nur ex &<congiunfero in una mede/ima Deità Je lettere e Parrai, cioè a dire, uni. Iìt^Lrono in Pallade, Dea della Sapienza e delle buone arti, anche gli ftrepi- tiusinti ed i furori delia guerra: accoppiamento, per certo così Ara vagante, chein comparazione di eflò riufeirono verità irrefragabili i rinomati moitride Fauni e de C


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