Notizie de' professori del disegno da Cimabue in qua : per le quali si dimostra come, e per chi le bell' arti di pittura, scultura, e architettura lasciata la rozzezza delle maniere greca, e gottica, si siano in questi secoli ridotte all' antica loro perfezione . nello Spe-dale di Santa Maria Nuova di Firenze, pePorti nari, un piccolo qua-dro, che poi pafsò in mano del Sereniamo Granduca Co/imo I. e an-cora una tavola, che fu pofta nella Villa diCareggi della Sereniflìma Cafade Medici. Quivi ancora fa menzione di un certo Lodovico da Luano,cioè Lovanio, di Pietro Crilìa, di Maeftro Martino, e


Notizie de' professori del disegno da Cimabue in qua : per le quali si dimostra come, e per chi le bell' arti di pittura, scultura, e architettura lasciata la rozzezza delle maniere greca, e gottica, si siano in questi secoli ridotte all' antica loro perfezione . nello Spe-dale di Santa Maria Nuova di Firenze, pePorti nari, un piccolo qua-dro, che poi pafsò in mano del Sereniamo Granduca Co/imo I. e an-cora una tavola, che fu pofta nella Villa diCareggi della Sereniflìma Cafade Medici. Quivi ancora fa menzione di un certo Lodovico da Luano,cioè Lovanio, di Pietro Crilìa, di Maeftro Martino, e di un tal Giuftoda Guanto, o vogliam dire da Gante, che fece la tavola della Comunionepel Ducad Urbino, ed altre pitture: e fimilmente di Ugo di Anverfa, chedipinfe la tavola, che fino a noftri tempi fi vede nella Chicfa di dettoSpedale di Santa Maria Nuova nella facciata principale del Coro{*): tuttipittori, che egli dice, che fi contagerò fra primi, che dopo Giovannida Bruggia, avellerò incominciato a dipignere a olio, di alcuni dequaliabbiamo noi a fuo luogo fatto più diffufo racconto. (a) Q^iieHa Tavola non è più nel Coro de* Preti; ma è fiata pofla tra le grate(lei Coro delle {Monache fopr a la porta principale di detta Cbiefa* H 1 ANTONIO. 116 Decenti. VI. e Part. II. delSec .111. dal 1450. ai 1460. ANT- DEL POLLAJUOLO PITTORE SCULTORE E ARCHITETTO FIORENTINO *Difc epolo di Piero Pollajuolo fuo fratello, fiato 1426. -3JM498. Etempi, che Bartoiaccio Ghiberti, patrigno di LorenzoGhiberti, cfercitava in Firenze, con fama di ottimo arte-fice la profetinone dell orafo , era lo ftefTo mefìiere in ma-no di perfone così efercitate nel difegno e nel modellare»che per lo più le medefime, tirate dal piacere, che ne cagio-nano sì belle facoltadi, abbandonavano quellarte, e inbreve tempo Pittori e Scultori eccellentiifimi addiveni-vano. In quefti tempi adunque fu accomodato in bottega del nominatoBartoluccio Ghiberti, Antonio del Pollajuolo, giovanetto, di poveri natali


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