. Delle antichità longobardico-milanesi : illustrate con dissertazioni dai monaci della congregazione cisterciese di Lombardia. sti, possiede un più alto diritto, e reggesi con un consi-glio più alto, che non di rado sfugge allintelligenza degli uo-mini privati. E non potrebbe essere stato di tal sorta il dirittoed il giudizio, seguitato da Clemente e da Filippo, nel! ese-guire la distruzione dell ordine Templare ? Ciò che da niunonegar si potrà, è che questordine era sulla fine divenuto rila-sciatissimo nella disciplina , guasto ne costumi, e colpevole dique vizj , i quali sono stati da noi g


. Delle antichità longobardico-milanesi : illustrate con dissertazioni dai monaci della congregazione cisterciese di Lombardia. sti, possiede un più alto diritto, e reggesi con un consi-glio più alto, che non di rado sfugge allintelligenza degli uo-mini privati. E non potrebbe essere stato di tal sorta il dirittoed il giudizio, seguitato da Clemente e da Filippo, nel! ese-guire la distruzione dell ordine Templare ? Ciò che da niunonegar si potrà, è che questordine era sulla fine divenuto rila-sciatissimo nella disciplina , guasto ne costumi, e colpevole dique vizj , i quali sono stati da noi già riconosciuti ed accenna-ti ; e quel che è peggio , non era suscettibile di riforma veru-na : cotanto ne erano radicati i vizj . E in punizione di essi (*) De jwt, belli & pae. I. i. 258 Dissertazione Quintadecima. ne ha forse Iddio permessa la totale rovina : ammaestramentoper tutti, come giudiziosamente osserva il gesuita Mariana (a)simills perfìdia vitanda , pr&sertim viris sacratis, quorum opes, vires-que integra magis probitads opinione, qimm Lin >pe alia nituntur. (a) De rsh. Hisp. I. 15. e. 239 ^ it & il! $ | ^ W* 7J *•* jt t ^^ $ ^ ** M ** * ? S $ s DISSERTAZIONE SESTADECIMA 5*7/ Campi e le Diete di Roncaglia » i. xjL .ntichissima e comune presso i liberi popoli, e pressoquegli altri ancora che fossero stati dai re o duci elettivi go-vernati, è stata lusanza di unirsi a concilio, e ciò spesso neiluoghi aperti. Quest usanza fu avvertita dallo storico Tacito (a)presso i Germani, i quali in alcuni determinati giorni, e spe-cialmente nei novilunj e nei plenilunj tutt insieme adunavansiper trattare dei loro affari. Quelli di poca importanza eranodiscussi dai principi ossia dai duci della nazione fra di loro ;ma nei più rilevanti deliberavasi unitamente e dai principi edalla plebe : se non che quelle cose eziandio , dipendenti dalpieno arbitrio della plebe , avevano ad essere presso i principitrattate . De minoribus rebus principes consultane, scrive


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