. Storia dell'Italia antica. ribelli colsuo aspetto. Usci in lettiga, non potendosi reggere sullapersona, e mostrò fino allultimo animo intrepido a ogniminaccia, e fermo a reprimere la insolenza un Giulio Attico, che vantavasi di avere ucciso Otto-ne, e a prova del fatto mostrava la spada insanguinata,disse: Comìnilitone, chi te lo Ita e ornami aio? Ma tutto eravano; la sedizione si faceva più furibonda, crescevano letriste novelle. Pisone, mandato innanzi a tentare il campo, Vanxucci — Storia dellItalia antica — IV. 55 438 UCCISIONE DI GALEA E DI PISONE. [LiB. VII. Anni di Ko-ina


. Storia dell'Italia antica. ribelli colsuo aspetto. Usci in lettiga, non potendosi reggere sullapersona, e mostrò fino allultimo animo intrepido a ogniminaccia, e fermo a reprimere la insolenza un Giulio Attico, che vantavasi di avere ucciso Otto-ne, e a prova del fatto mostrava la spada insanguinata,disse: Comìnilitone, chi te lo Ita e ornami aio? Ma tutto eravano; la sedizione si faceva più furibonda, crescevano letriste novelle. Pisone, mandato innanzi a tentare il campo, Vanxucci — Storia dellItalia antica — IV. 55 438 UCCISIONE DI GALEA E DI PISONE. [LiB. VII. Anni di Ko-ina 822, di e. e. OS). era costretto a retrocedere : le milizie della città in pienarivolta: fuggiti anche quelli che avevano mostrato piùfede e coraggio. Galba era spinto qua e là nel Fòro dalvario ondeggiare della turba, passata dalla servile bal-danza al terrore dei codardi. Finalmente al giungere deisoldati dì Ottone il vecchio imperatore fu abbandonatoda tutti, e rovesciato dalla lettiga, lini trucidato e osce-. Tempio di Vesta in moneta di Vespasiuno {, p. 60). namente straziato dopo sette mesi dimpero, al qualeparve atto finche non lebbe ottenuto. Il cadavere ebbeumile sepoltura nei suoi orti privati, sulla via Aureliafuori della porta Gianicolense, dalle mani di un , difeso magnanimamente da un centurione, fuggì,sebbene ferito, nel tempio di Vesta, donde poi tratto aforza dagli sgherri, fu fatto a pezzi sul limitare. Vinio,che per salvarsi gridava di essere della congiura, cadde Cap. III.] ATROCITÀ K GIOIE DELLA STRAGE CIVILE. 430 di più colpi davanti al tempio di Cesare. Lacone fu esi-liato e subito ucciso; Icelo, liberto, giustiziato in pub-blico al modo degli schiavi. Le tronche teste, infitte sulleaste, furono portate in trionfo. Ottone fece smodata al-legrezza di quella di Pisene, e la contemplò con occhiinsaziabili. I carnefici mostravano a vanto le mani bruttedi sangue: più di 420 chiesero premio di quelle ucci-sioni: e Vitell


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