. Delle imprese, trattato . fignifìcar lanno chà dodici meli, & ogni mefe tréta gior-ni, in luce & in tenebre difcinti •■, non è però che non pofìa for-mar il Simolacro nella pittura, a cui ogni Imprela che fi aflb-miglia, farà propriamente detta Enigma, qual fu quella diApollonio Malaco, dvn Ceflo pieno di Serpenti,per lignificarAlabanda Città, co i pefsimi fuoi Cittadini. LAllego-ria puòchiamarliEnigma. Luoghi ^lrEnigmc. LEnign>a fi può farnella vocee nellogecte. EnigmadellAnno Delle varie maniere de i Simboli, e qual fia il lorofìgnificato. Gap. V. A N N O i Simboli origine da quellantic
. Delle imprese, trattato . fignifìcar lanno chà dodici meli, & ogni mefe tréta gior-ni, in luce & in tenebre difcinti •■, non è però che non pofìa for-mar il Simolacro nella pittura, a cui ogni Imprela che fi aflb-miglia, farà propriamente detta Enigma, qual fu quella diApollonio Malaco, dvn Ceflo pieno di Serpenti,per lignificarAlabanda Città, co i pefsimi fuoi Cittadini. LAllego-ria puòchiamarliEnigma. Luoghi ^lrEnigmc. LEnign>a fi può farnella vocee nellogecte. EnigmadellAnno Delle varie maniere de i Simboli, e qual fia il lorofìgnificato. Gap. V. A N N O i Simboli origine da quellantichif- Origineiìma Theologia, la qual non volle , che nelle de i Sim-corrottc parole, come ferine Lifi Pittagori- ^°^ *co ad Hipparco, i diuini precetti, quafi lim-pidifsima acqua invn turbido pozzo infon-dendo, fuffero contaminati nel proprio can- I Poeti fidorè . Per il che, gli antichi Poeti,le cofe di- f^ruifono ume,e naturali dentro a certi fìntioni difauole andarono in- ^^^^nig- , me. uolgen-. DELLE IMPP. ESE 1 Leei/la- volgendo. Furono poi feguiti da quei che nuoue leggi inflitai-tori lì fer- roiio, con metafore, con Enigme, con parabole , cercando diuirono del coniìrmarle, che oltre a Zoroaftrc, Zamolfi, Zeleuco, Darda-lEnigrae. no, Caronda, Numa, e gli altri, pur sè veduto quellempioMagmed, che Mahometto chiama il volgo, hauer quel modoAlcorano ^^ parlare vfurpato nel fuo Alcorano fceleratifsimo, per farfidi Mag- a Mosè fimile nellantica Legge, e nellanuoua a C r i s t o no^-med. ftro Saluatore, fé ben quello abondante,e quefto parco di quelmodo parabolico, e fimilitudinarid. E fantamente non v^olen-5> do lEmpio Giuliano difle, ^mat diuìna natura calarli & abditaj> eÌHS fubjiantia » non patitur nudis •perbis in aures ìntrohe pollutas. E„ che i Poeti haueffero conofciuta quefta fecretezza, par che al-tamente lefprima Virgilio, che fingendo che ragioni Venereluogo di col figlio Enea, mentre come donna mortale fi fa conofcere, laVirgili
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